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Non solo piaceri

Si deve e non si deve

I fiori da scegliere

Le fedi

I gioielli

Ci si deve organizzare

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La sobrietà in municipio

La tavola e il menù

È l'ora del rinfresco

Si aprono le danze

Bon-ton a tavola

Il regalo agli invitati

E alla fine un grazie a tutti

La luna di miele

Ecco il memorandum

 

 

Le fedi Simbologia del matrimonio

La più consueta fede, che in alcune regioni è chiamata "vera", termine veneto - slavo che signifa fedeltà, è ancora un cerchietto d'oro, bombato, piatto, sottile come la classica "francesina" o più alto, ma sempre più spesso i giovani si orientano su quella d'oro bianco o di platino. La tradizione vuole che sia lo sposo ad acquistarle e custodirle fino al momento dello scambio degli anelli, ma a volte sono i testimoni, o i genitori, a regalarle agli sposi, ed è il testimone dello saposo a conservarle. La tradizione vuole anche che all'interno vi sia incisa la data delle nozze, il nome di lui su quella di lei, il nome di lei su quella di lui.

Cosa dice il galateo

I fidanzati sceglieranno insieme il modello delle fedi, ma l'incisione della data delle nozze e dei nomi spetta a lui. Dal momento che la fede la porta, o dovrebbe portarla, anche il marito, è preferibile scegliere modelli semplici.

Un po' di storia

La fede nuziale, simbolo del matrimonio, è portata all'anulare della mano sinistra perché, secondo una leggenda, gli antichi credevano che la vena dell'amore "scorresse" dalla punta dell'anulare sinistro fino al cuore, perciò con il "legare" l'anulare ci si garantiva la fedeltà. La fede delle spose romane era in semplice cerchietto di ferro che diventerà d'oro nel II secolo dopo Cristo. Nel Medioevo l'anello nuziale era molto prezioso e spesso lo sposo inanellava la sposa con tre anelli. Nel Cinquescento vediamo anelli nuziali doppi, molto lavorati e arricchiti di smalti , che si chiamano "a segreto" o "gimmel" dal latino: gemelli. Erano costituiti da un diamante, simbolo di perseveranza, e da un rubino, simbolo d'amore, montati ognuno su un cerchietto d'oro e tenuti in modo da sembrare uno solo, l'allusione al matrimonio era spiegata da una scritta incisa all'interno: "nessuno separi ciò che Dio congiunge". Nel Seicento il gimmel si arricchì di un altro simbolo romantico: le mani giunte, che a volte "chiudevano" un cuore di diamanti.

Accanto a questi anelli preziosi ne vedeiamo anche di molto modesti come quelli di giunco, che, in voga nel Settecento sancivano unioni irregolari in cerimonie clandestine. Con l'Ottocento la fede torna ad essere un cerchietto d'oro.